Il secondo anno dello SPAD: dati e prospettive future
In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, il 21 marzo 2024 è stato presentato presso la Casa di Quartiere Katia Bertasi il Secondo rapporto dell’Osservatorio dello Sportello Antidiscriminazioni (SPAD) del Comune di Bologna, curato da COSPE. Il Rapporto combina un’analisi qualitativa e quantitativa delle segnalazioni di discriminazione registrate dallo Sportello nel periodo tra il 1 novembre 2022 e il 31 dicembre 2023 con approfondimenti su temi correlati come le microaggressioni, la profilazione razziale e la crisi abitativa, a partire da casi concreti affrontati.
Il Report è interamente consultabile qui!
Una sintesi dei dati
Nel periodo considerato, il numero di segnalazioni registrate è di 51. Di queste, 44 sono state classificate come casi di discriminazione pertinente, ovvero riferiti ad una discriminazione reale o percepita. Sulla totalità dei casi pertinenti prevalgono le discriminazioni “razziali”, aventi come base la provenienza/nazionalità (56%) o l’“origine etnica” (11,5%) della “vittima”. Seguono le discriminazioni per status socio-economico (10%) e genere (8%). Sono stati registrati casi di discriminazione anche sui fattori disabilità (6,5%), condizioni di salute (3,5%), orientamento sessuale (1,5%) e identità ed espressione di genere (1,5%). Più basso è il dato sulle discriminazioni per fattore religioso che si attesta all’1,5%.
La quasi totalità dei casi pertinenti registrati (40 su 44) riguarda discriminazioni aventi come base i tre fattori di cui si occupa lo SPAD (provenienza/nazionalità, “origine etnica” e religione) a dimostrazione di una sempre maggiore consapevolezza da parte dell’utenza del suo ambito di competenza e intervento. Da segnalare, anche il significativo incremento nel 2023 delle segnalazioni pertinenti. È inoltre cresciuto anche il numero delle discriminazioni intersezionali (+11), che si basano su due o più fattori che interagiscono tra loro in modo da non poter più essere distinti e separati, producendo forme distinte e specifiche di discriminazione. Sul totale dei 40 casi, il 34% è stato classificato come discriminazione intersezionale.
Nella maggior parte dei casi, si sono rivolte allo Sportello le persone direttamente coinvolte nei fatti (51%) mentre nei restanti casi, la segnalazione è stata fatta da una/un testimone (12%) o una/un segnalante (37%). Il canale di accesso privilegiato per le segnalazioni è stato l’e-mail (56%) mentre il 25% dell’utenza ha scelto di recarsi di persona presso lo sportello al Centro Interculturale Zonarelli, il 9% ha utilizzato il sito internet, il 6% l’accesso telefonico e il 4% whatsapp. La maggioranza delle persone discriminate si identifica col genere maschile (55%), mentre le fasce di età più numerose sono state quelle 19-40 (15%) e 41-64 (10%), a fronte però di un 67,5% di età non dichiarata. In termini di provenienza, le persone di provenienza pakistana sono risultate essere le più colpite da discriminazioni (10%). Seguono le persone provenienti da Bangladesh (5%), Marocco (5%), Tunisia (5%), Costa D’Avorio (5%) e Senegal (5%).
Per quanto riguarda il soggetto responsabile delle discriminazioni, la maggioranza relativa delle segnalazioni riguarda servizi o amministrazioni pubbliche (28,5%) – categoria all’interno della quale rientrano prassi e procedure degli uffici pubblici (18,5%), comportamenti o atteggiamenti di dipendenti nelle loro funzioni (6%), normative, regolamenti o bandi di concorso (4%). Leggermente più bassa, la percentuale di casi in cui sono stati individuati come responsabili private/i cittadine/i (26,5%), ossia di discriminazione orizzontale.
Le modalità con cui si sono manifestate le discriminazioni segnalate allo SPAD vedono tra gli episodi di discriminazione effettiva la molestia (25%) come la più diffusa, seguita dalle discriminazioni dirette (22,5%) e in percentuale minore (17,5%) dalle discriminazioni indirette. Si è anche registrato un caso di crimine d’odio. Significativa è la percentuale delle cosiddette discriminazioni “percepite” (32,5%), costituite da atti o comportamenti soggettivamente percepiti come discriminazione da chi li subisce, che tuttavia non hanno alla base elementi inequivocabilmente riconducibili ad una discriminazione oppure non trovano copertura normativo-giuridica, ma che sono gestite al pari delle altre, in quanto la percezione della discriminazione è ritenuta elemento sufficiente ad avviare la presa in carico per il supporto, seppure con diverse forme di assistenza.
Nella maggior parte dei casi pertinenti, alle segnalazioni è seguita la presa in carico (48%) che si è concretizzata in azioni specifiche quali: relazione con altri soggetti per risoluzione (29%), consulenza legale (18,5%), assistenza legale (10,5%), azioni mirate come moral suasion e azioni di advocacy (15,5%), supporto psicologico (10,5%), mediazione del conflitto (8%) e accompagnamento presso altri servizi (8%). Nel 25% dei casi pertinenti, invece, la segnalazione si è conclusa con un’azione di consulenza e di supporto al primo colloquio.
Le prospettive di sviluppo
I dati e gli approfondimenti tematici del Rapporto 2023 mostrano il grande lavoro svolto dalla rete SPAD così come la consapevolezza di essere soltanto all’inizio di un percorso volto a favorire la definizione di efficaci politiche antidiscriminatorie nei vari ambiti di governo urbano, e aprono la strada alle riflessioni sul futuro. La prospettiva dello Sportello è quella di ampliarsi sia in termini di accessibilità, aumentando il numero degli sportelli fisici sul territorio comunale e metropolitano, sia in termini di competenze, allargando il suo campo di intervento ad altri fattori di discriminazione per rendere il servizio sempre più efficace e conosciuto su tutto il territorio.